Nonostante gli sforzi dei vari governi e delle organizzazioni per la tutela dell'ambiente, uno studio dell'Università di Newcastle, in Australia, ci comunica che ogni essere umano ingerisce in media 1769 particelle di microplastiche a settimana semplicemente bevendo acqua. Tradotto in peso, ingeriamo una carta di credito a settimana.
L'acqua che abbiamo a disposizione, spesso e volentieri è contaminata, pesante e morta e la ragione per cui gli effetti di quest'acqua non si notano subito è semplicemente perché il nostro organismo è veramente tosto, poco capriccioso e cerca sempre di adatto.
Tanti buoni motivi per bere l'acqua di rubinetto
Oltre alla sicurezza, ci sono altri motivi per preferire l’acqua di rubinetto. È ecologica, perché limita la circolazione di plastica: l’Italia, infatti, è uno dei maggiori consumatori di acqua in bottiglia. Solo nel 2013 sono state prodotte ben 6 miliardi di bottiglie con impatti ambientali importanti anche in termini di emissioni di CO2 per il trasporto e il recupero degli imballaggi. È economica: evitando l’acquisto dell’acqua in bottiglia si può risparmiare fino a 300 euro all’anno.
Non dimentichiamo inoltre lo sforzo fisico impiegato nel trasportare e alloggiare pesanti e ingombranti confezioni di bottiglie.
Se non la bevi perché la mangi?
I consumi alimentari sono pari all'89% dell'impronta idrica giornaliera degli italiani: in media un individuo consuma due litri d' acqua al giorno per bere, ma ne utilizza, a sua insaputa, fino a 4.000 per alimentarsi. Ciò che non assumiamo bevendo lo ingeriamo attraverso i cibi o le bevande in cui l'acqua è presente nel ciclo di lavorazione o cottura (minestre, pasta, caffè, ecc..).
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